The Food of Dreams

Il concerto per pianoforte e orchestra 1960 di Alfred Schnittke

Relazione preliminare per la Lectio Coram 2012-2013

di Davide Polovineo

 

 

 

Come un “sistema di riferimenti del reale”, guardato “a distanza” nel sogno, e oggettivato dagli sforzi di attenzione di chi guarda sognando, così in una prospettiva estetico - musicale potrebbe essere considerato, nella sua tormentata attualità, l’asse centrale del Concerto per pianoforte e Orchestra (1960) di Alfred Schnittke, testimone di una “via” che tende a definire il polistilismo russo degli anni sessanta.

Si può asserire, in prima battuta, che il Concerto per pianoforte e orchestra 1960 di Schnittke è Culto e Rito ovvero mette ordine nello spazio e nel tempo dell’ uomo. Tuttavia nel pensiero di Schnittke ciò non avviene con una “narrazione lineare”, potremmo dire in un monostilismo, ma attraverso folgorazioni, momenti di rottura che sanno “riformare” il passato e superare l’ostacolo con un nuovo impulso formativo: nel polistilismo schnittkiano il reale è messo in ordine dal surreale, una costante ri-semantizzazione di linguaggi e problemi che hanno la loro comune radice proprio nella dinamica del Sogno.

Il sogno è territorio originario, pre-riflessivo e precategoriale. Porre la mediazione del sogno tra Reale e Surreale significa indicare una strada che si apre ai problemi generali e fondativi del polistilismo di Schnittke, là dove questo si definisce come tentativo di ri-problematizzare l’orizzonte del rapporto tra sensibile ed intellegibile nel contesto culturale sovietico degli anni sessanta.

Che tipo di sogno è il sogno di Schnittke? Affermiamo subito che si legge tra le righe il nesso analogico tra i sensi del corpo e quelli dello spirito e, rimanendo sempre nellambito dello sviluppo della dottrina del pensiero di Schnittke, si può asserire che il sogno si ciba della corporeità, della sensuale realtà e al contempo la corporeità si ciba del sogno.

Questo doppio movimento “nutritivo del pensiero”, che informa secondo verità l‘anima reale e surreale del Concerto 1960 di Schnittke, è fonte di conoscenza per il performer.

Inoltre si può osservare che in ogni momento del suo sviluppo speculativo, Schnittke cerca di tenere ben unita la singolarità e l’alterità nella sua ricerca polistilistica. Pharmakon per mnēmē e quindi un mezzo al servizio della sapienza, il Concerto per pianoforte e orchestra è contemporaneamente lēthē nelle anime. Come il sogno si ciba dei desideri del corpo, così la partitura musicale fagocita la corporeità del performer trasportandolo in un mondo parallelo a quello reale: il surreale si ciba del reale.

In questo l’idea di processualità compositiva del pre-polistilismo schnittkiano, il dinamismo della ricerca musicale del Concerto per pianoforte e orchestra 1960; l’itinerario che porta Schnittke verso le idee limite di unità e totalità si risolve sostanzialmente nell’individuare, ricostruire, proporre nessi e relazioni (appunto il sogno) tra reale/surreale. Per questo il "Sogno di Schnittke" è logica relazionale, che individua rapporti e quindi proporzioni che riconducono a nuovi livelli di indagine. Il costante parallelismo tra le articolazioni della conoscenza, le relazioni esterne alla conoscenza stessa e i rapporti dialettici tra i diversi movimenti del concerto, pongono al centro dell’attenzione il cibo dei sogni: la sensualità del reale.

Davide Polovineo


 


File allegato: Dep.pdf
 

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